SPLIT
Kevin ha 23 personalità differenti racchiuse dentro di sé: rapisce tre
adolescenti e le nasconde al Mondo, senza alcun motivo apparente. Le ragazze,
però, non sanno con chi avranno a che fare e si troveranno a fronteggiare donne
delicate e sagge, bambini innocenti che non pensano ad altro che a giocare, ma
anche uomini meticolosi e calcolatori, artisti e tanto altro… Questo è quello
che Kevin cela nella sua persona, ma
attenzione, mai fidarsi dell’apparenza…
In anteprima italiana
ho avuto l’occasione di partecipare alla visione del dodicesimo film del regista di origine indiana M.Night
Shyamalan, famoso ai più per il suo “Sesto Senso” e
tante altre pellicole thriller. Come con quelli precedenti, Split è un film
angosciante: l’ansia la fa da padrona per tutta la durata della trama e il
protagonista assoluto, il famoso “Professor
X” James McAvoy,
dà vita ad un interpretazione spaventosa. Il suo Kevin è afflitto da un
disturbo della personalità di tipo egosintonico, quello per la quale la persona
difficilmente si rende conto di essere “affetta” da un disturbo e più
frequentemente considera i sintomi come tratti peculiari del proprio stile di
vita. La recitazione, vista in lingua originale, permette allo spettatore di
apprezzare al meglio la bravura dell’attore, che ha dovuto cimentarsi con 23
differenti personaggi tutti racchiusi nella stessa figura. La regia è, come
sempre, meticolosa: nulla di quello che Shyamalan
ci mostra è lasciato al caso, e lo si può notare anche dalla particolare
attenzione che dà ai dettagli (le stanze dove vengono rinchiuse le ragazze sono
differenti tra loro e , in un certo senso, fanno capire l’importanza che viene
data ad ognuna nella storia). L’assenza quasi totale di colonna sonora, se non
nelle scene finali, non fa altro che connotare la tensione che permane per
tutta la durata (volutamente) della pellicola. Esordio della giovane Anya Taylor-Joy,
che presto vedremo sul grande schermo nel ruolo di Magik negli X-Men.
Da vedere!
VOTO: 8,5