POSH
Posh: termine che fa parte dello slang inglese e ha il significato di “snob, elegante, chic”. Questo è
lo spirito del Riot Club, dove un
gruppo di dieci ragazzi tiene sotto il proprio giogo tutto ciò che è “proletario
e mediocre”, facendosi forte della propria ricchezza. Forse i più appassionati
della cultura inglese conosceranno il rinomato Bullingdon Club di Oxford (da cui prende
spunto il film), un esclusiva associazione per soli maschi, particolarmente dotati, dell’università che si riunisce per grandi cene, causando atti di
vandalismo in locali o stanze stesse del college. I protagonisti rispecchiano
perfettamente quello che il club ha sempre voluto esprimere nel corso dei
secoli (la nascita risale al 1776) e la storia è molto cruda e diretta.
Nonostante il tentativo del regista di portare alla luce un fatto, secondo me
davvero inconcepibile, il film risulta ansiogeno, senza alcuna
motivazione. Credo che lo scopo della pellicola sia proprio questo: mostrare a
cosa porta la ricchezza nelle mani dei giovani, che non pensano ad altro che al
proprio godimento, anche se ciò è a discapito della vita di qualche “povero comune mortale”, vedendosi poi
completamente persi e spauriti. L’idea di sapere che esistano persone così
sconsiderate per l’esistenza altrui è impensabile e credo che nonostante l’uscita
del film, il pubblico non si sia fatto scandalizzare più di tanto: è più facile
sapere e far finta di niente che lottare davvero.
Voto:
4,5