NELNOME DELLA MUSICA: WHIPLASH
Qual è il sogno di
ogni ragazzo ventenne se non fare quello che meglio gli riesce e avere la
possibilità di diventare qualcuno che tutti ricordino? Questa è la premessa
che permeerà per tutto il tempo della narrazione in Whiplash: Andrew Neiman è
un giovane che sogna di diventare uno dei migliori batteristi jazz della storia
della musica; le sue capacità però saranno messe a dura prova da un insegnante,
Terence Fletcher, dall’approccio
aggressivo nei confronti dei suoi studenti. Questo atteggiamento sarà la spina
nel fianco del povero Andrew, che lotterà fino alla fine per raggiungere il suo
grande sogno, cercando, quasi invano, di far tacere l’arrogante maestro.
Premetto che non avendo
letto alcun tipo di recensione su questo film, sapevo semplicemente che il tema
principale era la musica e mi sono predisposta alla visione con molto
scetticismo. Quanto è bello, però, avere torto… Il film è semplicemente fantastico:
la storia è chiara e semplice, molto scorrevole e ben girata. Le inquadrature e
il montaggio sono davvero da Oscar (e infatti questa qualità non è passata
inosservata all’Academy Awards), c’è un attenzione per il particolare che è
sconvolgente. Lo spettatore rimane catturato dai dettagli: il rombo della
bacchetta che sbatte contro il piatto della batteria, il sudore che cola
lentamente dalla fronte del ragazzo, le rughe che vengono a scavarsi sul volto
del professore… L’interpretazione, poi, dei due protagonisti è perfetta: il
povero e spaventato Andrew – l’attore Miles Teller – contrapposto al suo “tiranno”, odiato e
amato al tempo stesso, J.K. Simmons, che qui è (senza dubbio) da Oscar. La cosa
che più ti lascia soddisfatto dopo la visione del film è quel senso di divertimento
e paura che provi simultaneamente per le fatiche che il giovane è costretto a
subire, ma anche per la comicità delle battute di Fletcher, che utilizza sempre
la strategia del terrore con i suoi studenti, in modo da spronarli ad essere i
migliori in quello che fanno. La nota negativa è che il personaggio di Simmons
mantiene costantemente lo stesso atteggiamento e ci illude, per tutta la durata
del film, di poter cambiare ed essere in realtà migliore di quello che mostra ai ragazzi,
ma forse è anche questa la sua forza. Quello che posso confermarvi con certezza
è che “chi
non ha affrontato le avversità non conosce la propria forza” ed Andrew Neiman lo sa bene.
Voto: 8,5