LA NOTTE DELLE SORPRESE: “BIRDMAN” FA INCETTA DI PREMI
Sorpresa e stupore sono le emozioni che hanno coinvoltopubblico e star di Hollywood la sera del 22 Febbraio: il film del messicano Alejandro
González Iñárritu, Birdman – o l’imprevedibile virtù dell’ignoranza,
ha portato a casa le statuette più ambite da tutti i registi in gara (miglior
film, regia, sceneggiatura originale e fotografia). Nessuno si sarebbe
aspettato un tale effetto che pare abbia colpito la giuria degli Academy Awards
così tanto da, per una volta, smentire il pensiero che “gli americani non
capiscono niente in fatto di cinema e vince sempre il film più scontato e
patriottico”. Chi, ahimè, è rimasto a bocca asciutta è stato il povero
protagonista, Michael Keaton,
convinto della sua interpretazione (effettivamente di gran lunga sopra le righe
rispetto alle sue precedenti ) a tal punto da, in fase di nomina del vincitore
come miglior attore protagonista, tirare fuori dalla tasca della giacca il suo
discorso di ringraziamento, messo prontamente via quando, al suo posto, ha
vinto il giovane Eddie Redmayne per La Teoria del Tutto, con il suo Stephen
Hawking.
Un
altro grande regista che, finalmente, è stato apprezzato per il suo Grand Budapest Hotel è Wes Anderson,
che è riuscito a conquistare i premi come migliori costumi, scenografia, trucco
e colonna sonora. Il film è pressoché perfetto dal punto di vista stilistico –
l’uso che il regista statunitense fa dei colori è qualcosa di eccezionale: arancioni, viola e gialli la fanno da padroni
e rendono le scenografie risplendenti. La scelta, poi, di un cast con attori
del calibro di Ralph Fiennes, Bill Murray, Adrien Brody, Edward Norton e Tilda
Swinton, non fa altro che impreziosire la pellicola tanto da renderla perfetta
sotto ogni punto di vista.
L’edizione di quest’anno è stata, senza dubbio, la più
particolare: ci aspettavamo la vincita del tanto acclamato American Sniper di Clint Eastwood
e, invece, regista e attore protagonista sono tornati a casa silenziosi e con
la testa bassa. Meritatissimi i premi aggiudicati al già citato Redmayne e a
Julianne Moore, bravissima nel suo Still Alice, dove interpreta una donna
affetta dal morbo di Alzheimer precoce, così come quelle dei due attori non
protagonisti, J.K. Simmons (il J.Jonah Jameson della trilogia di Spiderman di
Raimi) e Patricia Arquette
(visibilmente ingrassata e non più bella) per Boyhood.
Grande dispiacere per
la sconfitta di Steve Carell nel suo
Foxcatcher: forse, però, questa è la
svolta che darà modo all’attore di capire quanto valga come comico e quanto sia
bravo nel farlo. Sappiate, cari lettori, che è molto più difficile far ridere
che far piangere e ricordatevi che “se avete
in animo di conoscere un uomo, allora non dovete far attenzione al modo in cui
sta in silenzio, o parla, o piange; nemmeno se è animato da idee elevate. Nulla
di tutto ciò! – Guardate piuttosto come ride.”