LA MEMORIA E’ L’ARMA PIU’ POTENTE CHE L’UOMO POSSIEDA
Wladyslaw Szpilman: “C’è un’ordinanza che vieta agli ebrei di sostare nei giardini.”
Dorota: “Stai scherzando?"
Wladyslaw Szpilman: "No per niente. Ci potremmo sedere su una panchina, ma c’è un’altra ordinanza che vieta agli ebrei di sedersi sulle panchine.”
Dorota: “Ma è assurdo!”
Wladyslaw Szpilman: “Possiamo stare in piedi e parlare, non penso che ciò sia vietato.”
Gli ebrei sono sempre stati motivo di scherno da parte della comunità tedesca e dal suo “carismatico” leader, Adolf Hitler, perché secondo la mentalità nazista, essendo possessori di ingenti somme di denaro, rischiavano di arricchirsi alle spalle del “povero popolo tedesco”. Scusa assurda che ha portato alla morte di 1.417.595 ebrei e per cosa? Solo per l’arroganza di un unico uomo.
Il cinema ha sempre tratto spunto da questo drammatico episodio della Storia e sono tanti i film tratti dalla Shoah: in questo breve articolo sulla Memoria, ne prenderemo in esame tre, forse i più noti allo spettatore.
- Schindler’s List
A mio parere, uno dei capolavori indiscussi di Steven Spielberg, regista stimato a cui devo la mia passione per il cinema. La pellicola del 1993 prende spunto dalla vera storia dell’imprenditore tedesco Oskar Schindler, la quale approfitterà del divieto imposto agli ebrei di avere attività commerciali, per poterli assumere nella sua azienda: la realizzazione di pentole e tegami da inviare all’esercito tedesco, darà la possibilità a Schindler di salvare quanti più ebrei senza che questi vengano messi in pericolo. L’interpretazione di Liam Neeson, nel ruolo del protagonista principale, è magistrale, ma come spesso accade nel mondo dell’Academy, non riesce a strappargli l’ambita statuetta; Così come il suo grande amico nella vita – nemico nel film – Ralph Fiennes, nei panni dell’untersturmführer Amon Göth.
- La vita è bella
Film del 1997 di Roberto Benigni, dove la deportazione ai campi di concentramento viene vista dagli occhi di un bambino (in questo caso il figlio del protagonista), come un grande parco divertimenti dove lo scopo del gioco è quello di totalizzare più punti in assoluto per poter vincere e tornare a casa. La pellicola ha riscosso un enorme successo ad Hollywood (premio Oscar come “miglior film straniero” e come “miglior attore protagonista”) e ha dato prestigio al nostro Paese, ma a mio avviso, non è il film migliore di Benigni: trattare un tema del genere con l’ironia non è il mezzo migliore per colpire lo spettatore.
- Il Pianista
Il miglior film in assoluto sul tema dell’Olocausto è quello del regista Roman Polanski: lo stesso regista narra una vicenda realmente accaduta e la racconta con la consapevolezza di averla vissuta in prima persona con la sua famiglia. La storia è quella del pianista Władysław Szpilman, strappato alla sua famiglia per il suo talento e lasciato solo a vagare e nascondersi per Varsavia, attendendo la fine di una guerra che sembra non arrivare mai. Il protagonista della pellicola, Adrien Brody, ha confessato quanto la realizzazione di questo film l’abbia provato a livello personale, ma la sua bravura è stata ben ripagata dall’Academy, aggiudicandosi l’Oscar per la sua interpretazione.
La drammaticità e le scene alla quale lo spettatore assiste in tutte queste pellicole, sono tali che è impossibile non commuoversi e ripensare a quanto sia accaduto: per questo oggi, a distanza di 76 anni, non possiamo permetterci di far sì che tragedie come queste vengano ripetute dall’uomo, ma anzi dobbiamo continuare a ricordare e a far espiare, a tutte quelle persone che ne hanno preso parte, le colpe per un genocidio inutile e gratuito.